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Maurizio Fabrizio .... Gianluca Ferrato .... Roby Facchinetti .... Giancarlo Lucariello
Il miracolo delle canzoni
Un viaggio, un incontro, un racconto.
Roby Facchinetti, compositore, Giancarlo Lucariello, produttore ed editore e Maurizio Fabrizio, compositore, con la loro storia, sono i protagonisti di anni vissuti nella musica, scanditi da canzoni memorabili. Il legame tra Roby, Giancarlo, e Maurizio è un legame fatto di affinità, sensibilità e stima. I tre protagonisti rivivranno quei momenti indimenticabili attraverso la cronaca di incontri e scontri tra persone caratterialmente diverse, ma che, sin dall’inizio, pensavano come dei professionisti: veri precursori in un settore appena nato che poi, grazie al loro talento e alla loro personalità, sarebbe diventato  “industria”. Guidati dall’attore Gianluca Ferrato, ci racconteranno di loro, dei loro successi che hanno reso emozionanti momenti belli o difficili della nostra vita. In questo viaggio nei ricordi, lo spettatore si sposterà nel tempo assieme ai protagonisti e verrà immerso nelle storie delle canzoni come in un film. Le canzoni diventeranno supporto emotivo del racconto di esperienze singole e condivise e prenderanno vita interpretate dai compositori stessi in una veste insolita, quasi improvvisando sull’onda delle emozioni. Il  miracolo di certe canzoni avviene quando, dopo la loro creazione, vengono raccolte nell’aria, per strada , da tutti e diventano  “patrimonio popolare”, parte importante  della cultura italiana.
ROBY FACCHINETTI
di Ennio Speranza
Occhi limpidi, chiarissimi, quasi abbaglianti, sembra veramente che ci si possa passare attraverso e quella incredibile luminosità ti rimanga addosso. La sua voce squillante, libera, lì per lì ti sembra semplicemente sorridente e vivace, ma, se l’ascolti bene, ci trovi dentro anche un sottofondo di malinconico mal celato. Come le persone di spirito e positive Roby sa coccolarsi la tristezza del vivere, ma, nei momenti giusti, diventa un uragano che avvolge e coinvolge chi gli sta intorno. Tutte queste cose non sono solo una mia impressione superficiale, ma è proprio così come l’ho percepito la prima volta che l’ho incontrato, in lui non ci sono sottofondi o misteri impenetrabili, l’unico mistero di un artista così vitale è proprio la natura della sua vitalità. Roby è un uomo leale sincero e questo lo porta a credere negli altri, nel mondo, del resto se non fosse stato cosi  non sarebbe riuscito ad essere un buon padre di cinque figli e a trasmettere a tutti loro la gioia e la bellezza della vita. Musicista instancabile e affascinante, le sue canzoni sono veramente lo specchio del suo modo di essere, schiette, determinate, spaziose, naturali, scivolano via come perle d’acqua piovana, sono talmente flessuose che sembrano scritte di getto, d’incanto, anche quando non lo sono. Quarant’anni di Pooh a macinare chilometri di musica, senza il benché minimo segno di cedimento: solo una grande passione per quello che si fa, unita ad una grande forza e convinzione nei propri mezzi e, nello stesso tempo, la sua sovrana modestia e un reale senso delle proporzioni, hanno potuto compiere un prodigio del genere. Il suo canto diretto, evocativo, si espande nell’aria con una facilità che diresti incomparabile. E forse Roby, nel mondo della musica italiana, incomparabile veramente lo è. Sono felice di averlo incontrato. E pensare che uno dei primi dischi italiani di musica pop che ho ascoltato e comprato è stato Opera prima dei Pooh!
Chi l’avrebbe mai detto che un giorno avrei conosciuto, occhi negli occhi, quella voce che quando ero ragazzino mi aveva così affascinato.
MAURIZIO FABRIZIO
di Giancarlo Lucariello
Il fascino dei suoi silenzi e l’intensità della sua musica evocano uno struggente senso di solitudine. Se Maurizio Fabrizio fosse nato nella seconda metà dell’Ottocento, passeggiando per Galleria Vittorio Emanuele o Piazza della Scala, l’avremmo forse visto seduto ad un Caffè con Puccini, Mascagni, Leoncavallo o Giordano. Sorseggiando un cordiale, avrebbero conversato delle prove di Madame Butterfly,  oppure di una nuova recita di Cavalleria Rusticana, Pagliaccio dell’Andrea Chénier. Lui, come sempre silenzioso e pacato, avrebbe per lo più ascoltato, annuendo assorto, di tanto in tanto, con brevi cenni del capo. Poi, congedandosi dagli amici con quel suo sorriso malinconico, si sarebbe incamminato, avvolto in un tabarro grigio scuro, con un cappello calato sulla testa, verso la sua “fredda stanza”, per tornare al suo pianoforte. Se davvero Maurizio avesse vissuto l’ultima fase della nostra tradizione operistica, anche lui avrebbe lasciato il segno nella storia della più popolare forma d’arte dell’Italia unita, cosi come oggi il suo nome è legato a canzoni di grande successo, destinate a rimanere nel tempo. La sua musica nasce da un’ispirazione pura e da un talento che fluisce in modo spontaneo, che genera melodie di ampio respiro, curate con gusto e raffinatezza. I suoi brani sono stati interpretati da molti artisti. Vari sono stati i connubi felici, ma, in assoluto, la cantante ideale delle sue appassionate melodie è stata Mia Martini. Quando, a metà degli anni Settanta, Maurizio ha composto Almeno tu nell’universo, di cui Bruno Lauzi ha scritto il testo, ad ispirarlo sono state proprio le straordinarie qualità vocali e il temperamento sanguigno di Mia Martini. Ma questa canzone è rimasta ad aspettare l’interprete ideale, chiusa in un cassetto, fino al 1989, anno in cui Mia Martini la canta in occasione del Festival di San Remo, dandone quell’indimenticabile interpretazione. Tutto ciò che Maurizio scrive ha un forte potere evocativo: suscita ricordi, speranze, antichi dolori e lontane sofferenze. Il suo primo vero grande hit, quello che per la prima volta gli dà la chiave d’accesso al mondo della canzone italiana in qualità di compositore, è stata Storie di tutti i giorni, cantata da Riccardo Fogli, che vince il Festival di San Remo del 1982. Questo brano rappresenta la sua svolta definitiva di artista: da compositore di talento ma conosciuto da pochi, a musicista apprezzato da tutti. Storie di tutti i giorni è una canzone dall’origine complessa, nata da una sua composizione sinfonica della durata di oltre quindici minuti, da cui è stata estrapolata una cellula melodica resa autonoma e compiuta. Forse è stata proprio la laboriosità del processo creativo di questo brano ad aiutarlo a scoprire i meccanismi che possono portare una bella idea musicale a diventare una grande canzone.  Ancora oggi la naturalezza con cui compone mi sorprende e m’incanta. Maurizio Fabrizio è un tenace uomo del sud, schivo, riservato al limite della timidezza. Porta in sé il culto dell’ozio come stato ottimale che prelude all’espressione artistica. Per chi lo conosce, non é difficile immaginarlo nella sua “soffitta”, seduto al pianoforte con le persiane socchiuse, mentre fuori un sole cocente inviterebbe al riposo. Su un tavolino accanto a lui, una brocca di acqua fresca e limone, unico rimedio a quell’afa pomeridiana. Tutto è immobile in attesa che qualcuno apra il cassetto del suo scrittoio e dia il valore che meritano a quei manoscritti conservati da tempo e, a lui, un posto nella storia della musica italiana.
GIANLUCA FERRATO
di Piergiorgio Paterlini
Io lo chiamo il mio attore, lui mi chiama il suo poeta. Il mio attore Gianluca lo è davvero, mentre io sarò anche suo ma di certo non un poeta (cos’è un poeta?). Anzi questa attribuzione mi dà un po’ fastidio, sempre. Ma a lui la permetto perché so cosa vuole dire in realtà. Una volta – dopo aver letto il mio primo testo teatrale per lui – mi ha detto: “tu vuoi bene agli attori, perché uno che scrive in questo modo non può che voler bene agli attori”. Credo sia stato il complimento più bello (e inaspettato) di tutta la mia vita. Più che agli attori volevo bene a lui, che però certo è un attore. Dunque, i conti tornano. Ecco, volevo proprio arrivare qui. Se dovessi dire il troppo che sento con una sola semplice frase direi: fra me e Gianluca, i conti tornano. Sempre. Da tutti i punti di vista. E non venitemi a dire che questo non è un miracolo. Naturalmente avete capito che siamo nel campo delle emozioni, non di vanità e reciproci salivosi salamelecchi. Io scrivo – scrivo come mi riesce, come so, come mi piace e, lo ammetto, per inaudita libertà e fortuna, come mi pare – e ho già nella testa la sua voce. Non potete immaginare cosa significhi una cosa del genere, quali brividi dia. Lui mi legge e si emoziona, e gli viene voglia, si vede, voglia vera, di dire quelle parole su un palco. In un mondo di ridicoli portavoce, Gianluca non è il mio portavoce, è la (mia) voce. Non è pazzesco? (Anche il corpo il sudore i gesti le espressioni del viso ma prima di tutto la voce). Io sì che ho bisogno di lui, perché la mia voce su un palco non saprei mai “portarla”. Lui – è ovvio – è un interprete, non un lettore. Per questo è pienamente “voce” e non “portavoce”. E non è la parola che crea il mondo, che dà alle cose i significati? Senza Gianluca, io non esisterei, avrei parole ma non voce. E c’è un’altra cosa, che sfiora laicamente il mito e il rito. Ci vuole un bel coraggio ad assumere su di sé, fare totalmente proprie le parole e le storie di un altro. Ci vuole una cosa enorme che si chiama in un solo modo: fede. Gianluca è uno che ha fede in me. È così, per definizione, per quanto terribile sia. Ma “terribile” nel senso del mistero, quando “terribile” ha lo stesso significato di “meraviglioso” e “straordinario”, esperienza “limite”: il volto di dio che non si può guardare perché troppo abbagliante.
Prove dello spettacolo, realizzate a Roma
presso la Scuola di formazione
Fonderia delle Arti
Spoleto - Cultura e Spettacoli, 29 Giugno 2010

IL MIRACOLO DELLE CANZONI
al Teatro Romano con:
Roby Facchinetti, Maurizio Fabrizio, Giancarlo Lucariello, Gianluca Ferrato
e la genesi creativa delle loro canzoni
Una serata unica per celebrare, con tre grandi protagonisti,
le indimenticabili canzoni della musica popolare italiana.
La creazione di una canzone è un miracolo. E' il frutto di una combinazione alchemica di elementi, emozioni, stati d'animo, esperienze, che un compositore, così come un autore di testi, prova e sente in modo speciale ed unico, come, probabilmente, non accadrà più. Ed il miracolo si ripete ogni qualvolta quella canzone avrà il potere, maieutico ed evocativo, di emozionare migliaia, milioni di persone che la legheranno, irreversibilmente, ad un preciso momento della loro vita. Allora quelle note, quelle parole, partendo dalla loro misteriosa genesi, diventeranno la colonna sonora di una grande gioia o di un grande dolore, di un momento da dimenticare o da ricordare per sempre. Quando ci si appassiona ad una canzone, "lei" entra a far parte di noi, della valigia virtuale che ci portiamo dietro ovunque andiamo. E chissà quante volte ci siamo chiesti, ascoltando un brano che amiamo alla follia, come quel miracolo sia potuto nascere così perfetto, così aderente alle nostre emozioni di quel momento, così adatto alla nostra storia. Domani sera, sul palcoscenico del Teatro Romano, Roby Facchinetti, compositore, cantante e tastierista dei Pooh, Giancarlo Lucariello, produttore ed editore, nonché ideatore dello spettacolo, e Maurizio Fabrizio, compositore, confidano e raccontano "Il miracolo delle canzoni": un incontro, un viaggio, un racconto.
"Quel momento intimo e segreto - ha affermato Roby Facchinetti in conferenza stampa - quel miracolo, appunto, che accade quando arriva l'ispirazione e si apre la porta della creatività". I tre protagonisti, grandi personaggi che hanno contribuito e continuano a fare la storia del panorama musicale pop dagli anni '70, rivivranno la genesi, la gestazione e la nascita di alcune loro indimenticabili canzoni, attraverso la cronaca di incontri e scontri tra persone caratterialmente diverse ma unite da un grande legame di affinità, sensibilità e stima reciproca. Guidati dall'attore Gianluca Ferrato, accompagneranno lo spettatore in un viaggio di ricordi e, come fossero tra amici in un salotto di casa, suoneranno i brani al pianoforte, reinterpretandoli in una veste insolita e nuova, quasi prendessero forma sulla scia delle emozioni del momento. Pochissime le anticipazioni riguardo lo spettacolo, ma è basato sentir parlare i tre musicisti per aver sentore del loro amore per la musica, cui hanno dedicato la loro vita. Roby Facchinetti, che fin dalla nascita dei Pooh, nel 1966, è stato compositore ed autore della maggior parte delle canzoni, e per lungo tempo, anche voce leader del gruppo, ha preannunciato solo che racconterà, tra le altre, la nascita di "Pensiero". "Le canzoni hanno strani percorsi e strani destini - afferma Maurizio Fabrizio, autore e compositore di numerosi brani famosi tra cui I migliori anni della nostra vita e Almeno tu nell'universo - ripercorrerli ci porta sempre delle grandi emozioni che condivideremo con il pubblico, suonando dal vivo". Giancarlo Lucariello è un produttore discografico, il primo ad aver creduto nei Pooh, dei quali diviene, dal 1971, producer, e con i quali condivide l'enorme successo dei singoli Tanta voglia di lei e Pensiero. "Il miracolo di certe canzoni - racconta Lucariello -, avviene quando, dopo la loro creazione, vengono raccolte nell'aria, per strada , da tutti e diventano "patrimonio popolare", parte importante non solo della cultura italiana ma anche della vita di tutti coloro che se ne innamorano. Il compositore ha il potere di captare quel qualcosa che è nell'aria e che traduce in note ed armonia: ecco fatto il miracolo!". Domani si ripeterà ancora il miracolo delle canzoni, anzi quei miracoli in musica che ogni volta, come fosse la prima, continuano a farci sognare, folgorati dall'empatia che si viene magicamente a creare tra note, emozioni e ricordi di vita.

Francesca Tortora
Prove al Teatro Romano di Spoleto
Foto di scena
COME NASCONO LE CANZONI
SPOLETO City 2 luglio 2010
Teatro Romano di Spoleto. Mercoledì 30 giugno. Spettacolo unico. Un evento che chi ha una sensibilità che non si riconosce nella storia musicale dei Pooh, ha apprezzato. Roby Facchinetti ha interpretato alcuni dei suoi più grandi successi, fra gli applausi emozionati del numeroso pubblico. Purtroppo la voce non lo ha assistito per la prima parte dello spettacolo e lo sfogo: “… ho perso i toni bassi. Proprio qua a Spoleto, porca troia” è stato molto apprezzato dai presenti. Insieme a Facchinetti, sul palco del Romano, un autore conosciuto molto dagli appassionati ed autore delle più famose canzoni degli ultimi 30 anni, Maurizio Fabrizio, che ha eseguito pezzi storici portati al successo, da Renato Zero, Mia Martini, AL Bano e tanti altri cantanti non solo italiani, come Toquino. Ha scritto un po’ tutto Fabrizio negli anni più entusiasmanti per la musica leggera italiana. Tutto lui. Forse anche le cartoline che spedivamo dal mare, noi, erano ispirate da lui. Un fenomeno vulcanico. La regia equilibrata e gagliarda dello spettacolo è di Giancarlo Lucariello, storico produttore dei Pooh. La serata è stata elegantemente condotta da un efficace Gianluca Ferrato. Attore. Una fabbrica di parole ritmate e musicali tanto quanto i pezzi che presentava. Uno spettacolo tonico, gagliardo, interessante e per quanto forse poco in linea con il “Festival di una volta” che non c’è più, molto apprezzato dal pubblico di appassionati. Gianluca Ferrato ha voluto esagerare verso la fine, recitando magistralmente la lettera che Oscar Wilde ha scritto dal carcere al suo fidanzato. Emozione da lucciconi.

M. C.
Spoleto Festival dei 2 Mondi, sul palco del Teatro Romano:

IL MIRACOLO DELLE CANZONI
Roby Facchinetti, Maurizio Fabrizio, Giancarlo Lucariello e Gianluca Ferrato
Bruno Lauzi ascoltò la musica composta da Maurizio Fabrizio e scrisse il testo di Almeno tu nell'universo in meno di mezz'ora. Era il 1974 e nasceva così una delle più belle canzoni della musica italiana. Ci sono voluti però 15 anni perché il pubblico potesse apprezzarla nell' indimenticabile interpretazione di Mia Martini al Festival di Sanremo, edizione 1989. «Le canzoni fanno giri strani ma sanno esattamente dove devono andare a finire, seguono un loro imponderabile destino» dice Maurizio Fabrizio, che appena composto il brano lo propose subito a Mia Martini ma lei la prima volta proprio non ne volle sapere. È solo una delle incursioni nella stanza dei segreti di due artigiani della nostra canzone popolare, Maurizio Fabrizio, appunto, e Roby Facchinetti, compositore dei grandi successi dei Pooh, e il racconto si può ora ascoltare insieme alla storia di altri 13 brani nello spettacolo "Il miracolo delle canzoni".  Lo spettacolo andato in scena mercoledì a Spoleto per il "Festival dei due mondi", ideato e diretto da Giancarlo Lucariello e scritto con la collaborazione di Stefano Micocci e Ennio Speranza, è atteso per una ripresa nei teatri italiani ad ottobre. Un recital molto apprezzato dal pubblico al Teatro romano di Spoleto che, oltre ai due compositori, vede in scena lo stesso Giancarlo Lucariello, nella sua originaria veste di produttore, e l'attore Gianluca Ferrato. «L'obiettivo di questo spettacolo, è spiegare come nasce una canzone, tentare di fotografare quel momento magico in cui si apre la porta della creatività» dice Facchinetti. «Sul palcoscenico ci mettiamo a nudo come autori, offriamo delle confessioni che nessuno nel nostro mondo offre, sono dettagli del nostro modo di lavorare molto intimi e personali, di cui solitamente si è gelosi». Per Maurizio Fabrizio «si tratta di entrare nel misterioso destino delle canzoni, che fanno viaggi tortuosi ma arrivano sempre dove vogliono loro, cariche di magia e forti dei loro effetti taumaturgici su chi le ascolta come su chi le interpreta». Roby Facchinetti racconta la nascita di Uomini soli, di Pierre scritta nel 1976, uno dei primi testi dedicati al tema dell'omosessualità, una canzone che ebbe bisogno di tempo per essere accettata e compresa davvero: «Venne riscoperta solo 6 anni dopo ed è diventata nel tempo una delle canzoni dei Pooh più richieste ed ascoltate». Successi a scoppio ritardato, brani che decantano come il vino buono, appuntati su fogli rimasti per anni in fondo ad un cassetto. «È accaduto anche a I migliori anni della nostra vita» racconta ancora Maurizio Fabrizio, «la incise per prima Ornella Vanoni ma la tolse dall'album non so neanche più perché. Per varie strade dieci anni più tardi è finita a Renato Zero, ed è proprio lì dove doveva andare». Il miracolo della canzone riguarda molti successi, come Tanta voglia di lei, Pensiero, Strano il mio destino, e tira in ballo artisti come Giorgia, Riccardo Fogli, Toquinho, Nicky Nicolai, interpreti di un destino che la musica sembra però sempre scriversi da sé.

Carlo Moretti